Tricotillomania: una brutta abitudine da cancellare.
Tricotillomania: sapete di cosa si tratta? Avete mai sentito questa parola? Oggi vi spieghiamo di cosa si tratta e quali sono i danni che può provocare.
Vi divertite a giocare con i capelli? Li arrotolate alle dita, li portate alla bocca e alla fine li strappate? Ecco, questa brutta abitudine si chiama tricotillomania. Parliamo di un’abitudine compulsiva che può arrivare a creare, con il passare del tempo, aree nude al cuoio capelluto, alle sopracciglia, alle ciglia, alla barba e, in alcuni rarissimi casi, nella zona intima.
Questa mania, come dimostrato da diverse ricerche, è un’eredità dell’infanzia. È un bisogno di compensazione affettiva che si manifesta prevalentemente in persone timide e ansiose, soprattutto quando si trovano ad affrontare o a vivere uno situazione sociale particolarmente difficile.
La tricotillomania colpisce i bambini, tra i 2 e i 6 anni, ma adolescenti e adulti non ne sono immuni.
È lo stress a giocare un ruolo centrale nella sua comparsa, un po’ come accade con un altro brutto vizio, quello di mangiarsi le unghie.
La tricotillomania, secondo uno studio condotto dall’Associazione Psichiatri, si sta manifestando sempre di più e si ipotizza che ne soffra 1 persona su 20, arrivando ad interessare quasi il 4% della popolazioni. Si parla di ipotesi perché molte persone coprono o negano di essere colpite da questo disturbo.
Questa “mania” può portare a formare chiazze molto simili all’alopecia areata, anche se in forma autoindotta.
Il risultato è la presenza di capelli e peli spezzati a varie altezze, frutto di un’azione traumatica.
La soluzione più utile è ricorrere alla psicoterapia, alla quale, nei casi più difficili, si affianca spesso un supporto farmacologico.
L’azione del dermatologo serve a individuare la giusta cura per consentire la ricrescita dei capelli o dei peli persi.
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