Malattie sessualmente trasmissibili: cosa sta succedendo?
Malattie sessualmente trasmissibili: vediamo perché i giovani sono sempre più a rischio.
È un dato di fatto ormai che per i giovani e anche per i giovanissimi il sesso non è più un tabù, un argomento misterioso, una scoperta da fare gradualmente o una conquista da ottenere. Ne sanno, anzi, tantissimo, lo praticano abitualmente ma, nonostante questo, sono completamente privi di conoscenza e informazioni sulla prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili.
Malattie sessualmente trasmissibili: cosa accade?
Negli ultimi anni l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato un aumento di questo tipo di malattie, rilevando un peggioramento della situazione come non si registrava dagli anni ’70.
Ad essere colpiti sono moltissimi giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni.
Tra gli under 25 si segnala l’aumento dei casi di clamidia, herpes, papilloma virus ma anche quelli di Aids e di sifilide, malattia che si considerava ormai scomparsa.
La causa di questo è da cercare, secondo gli studiosi, nella scarsa, o totalmente assente, protezione durante i rapporti sessuali.
Malattie sessualmente trasmissibili: come si trasmettono?
Per rispondere a questa domanda basterebbe solo leggere il nome di questa tipologia di malattie. Ma entriamo nello specifico.
Le MST (questa la sigla usata per indicarle) sono veicolate da virus, funghi, batteri e parassiti che passano da un corpo all’altro con il contatto della pelle, delle mucose genitali o di liquidi organici infetti.
Malattie sessualmente trasmissibili: come prevenirle?
La miglior difesa, in questo caso, è la conoscenza di queste malattie e di come prevenirle.
Bastano comportamenti sani per prevenire la loro comparsa.
Quali sono?
- Evitare rapporti occasionali con partner sospetti;
- Utilizzare il profilattico e usarlo nel modo corretto, applicandolo all’inizio del rapporto e non prima dell’eiaculazione);
- Evitare frequenti cambi di partner sessuali.
Questo per citarne alcuni.
Se tutto questo non bastasse, ci si può rivolgere ad un venereologo che sottoporrà agli esami necessari per capire se il problema esiste o meno.
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